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La chiamata a partire

Miti e fiabe di differenti epoche e culture raccontano che all’inizio di ogni avventura c’è un invito a partire. La chiamata abita oltre il confine del conosciuto, in uno spazio transpersonale, dove l’incessante spinta evolutiva avverte che è di nuovo tempo di mettersi in viaggio verso una qualche forma di cambiamento. Un tema che riguarda la crescita personale e lo sviluppo transpersonale e che a ben vedere riguarda ogni inizio.

 

La metafora del viaggio è una delle più frequentate in ambito formativo. Viaggio come metafora della vita e dei processi di cambiamento, che chiedono la forza di staccarsi da ciò che è noto e la disponibilità a un salto nell’ ignoto, il coraggio di affrontare sfide e agguati, per infine “ritrovarsi a casa” mai più uguali a come si era partiti e un po’ più simili alla propria anima.

Vita come laboratorio di crescita, viaggio che contiene viaggi, per apprendere la capacità di muoversi insieme alla vita e danzare con lei, intercettarne il fluire in una rete di eventi interconnessi, assecondarne i movimenti e la processualità.

La chiamata a partire suggerisce il prossimo passo richiesto da una danza armoniosa, mostra lo stridore di una danza fuori tempo, sveglia se ci siamo appisolati ai bordi della pista da ballo: in un lavoro che non soddisfa più tanto, in una relazione affettiva che non funziona, in un ruolo che sta stretto, in abitudini cristallizzate e non più vitali, in credenze limitanti, in conflitti ormai maturi per trovare pace. La chiamata sopraggiunge anche quando siamo irretiti in qualcosa, che è diventato troppo o troppo poco. La sua funzione è riequilibrante.

A volte la chiamata a partire non è chiara. Si percepisce “qualcosa” che non si lascia nominare, come un sentore di rinnovamento nell’aria, simile a un profumo di primavera. Accompagna l’accendersi di un desiderio, a volte appena tiepido, a volte ardente. Brucia di un fuoco privo di oggetto, perché in realtà è il fuoco del soggetto che si risveglia.

Talvolta capita che il fuoco della chiamata diventi passione, che si riversa nel mondo in cerca di un oggetto in grado di accoglierla e contenerla. Si cerca un nuovo impiego. Si torna a scuola dopo una lunga pausa. Ci si appassiona a un hobby lontano dai propri interessi abituali. Ci si innamora di un nuovo amante inaspettatamente così diverso dai precedenti. Si impara una nuova lingua. Talvolta più semplicemente si cambia taglio di capelli. Esperienze e situazioni che chiedono di ripensarsi, rivedere la propria identità, arricchirla, espandere le proprie autoimmagini.

Qualcuno può ricordarsi di un vecchio “sogno nel cassetto” e sentire l’urgenza di aprire gli armadi, perché ciò che vi era nascosto, o solo protetto, contamini di nuova linfa vitale i giorni di vita quotidiana e le sue routine.

A volte la chiamata può sembrare dotata di luce intermittente: si annuncia e poi sparisce. Si ri-vela, nel duplice significato che si mostra e si nasconde. Come un faro durante una notte di foschia, che un momento si vede e un attimo dopo scompare come inghiottito dalla nebbia. Il ragazzo che periodicamente si interroga sul proprio orientamento sessuale. La donna che si chiede per la quinta volta se debba lasciare quell’uomo troppo violento, che tuttavia ama ancora. Il commercialista che in cuor suo vorrebbe ritirarsi in campagna a coltivare la terra, ma forse non è ancora il momento.

Queste e molte altre le forme in cui la chiamata può annunciarsi, invitare al viaggio e all’avventura, perché è tempo di andare. Sussurrata, immaginata, accennata, sognata, annidata negli eventi inaspettati, negli incidenti di percorso, nei colpi di fortuna, in un moto di nostalgia di casa, negli incontri fortuiti e solo apparentemente casuali, nelle passioni improvvise.

Nella costellazione archetipica rappresentata nei tarocchi, l’arcano maggiore del Matto è quello che veicola l’energia vitale grezza di ogni nuovo incipit. E’ l’archetipo del viaggiatore, sospinto da un impulso creatore originario, che si protende verso il nuovo, piedi per terra e testa verso il cielo. Un bagaglio leggero e solo un animale come compagno. Se prevalgono gli aspetti d’ ombra è un archetipo che può indurre a essere temerari, più che coraggiosi, inconcludenti, privi di vera direzione, sospinti da un bisogno di fuga, più che da un vero intento autorealizzativo. Se prevalgono gli aspetti di luce, l’archetipo tratteggia il carattere di un personaggio libero, passionale, visionario, coraggioso, irriverente, gioioso e giocoso, sempre pronto a rispondere alla vita, a darsi fino in fondo e totalmente: anima, corpo e sentimenti. Folle con tutta l’ambiguità semantica a cui il termine rimanda: che ha perso l’uso della ragione o che l’ha trascesa. E’ colui che apre la porta e osa varcare la soglia. Non teme lo spaesamento o quanto meno sceglie di affrontarlo. Ispira le azioni dei pionieri e degli eroi, degli uomini e delle donne che cambiano la storia del mondo a partire dal cambiare la propria. Pone una domanda che alla fine è sempre la stessa. Si parte?

© Gabriella Delmonte 

 

 

Per approfondire

Bibliografia
R. Assagioli, Lo sviluppo transpersonale, Astrolabio, Roma 1988
F. Cambi, Il viaggio come esperienza di formazione. Tra diacronia e sincronia. In Studi sulla Formazione, 2-2011, Firenze University Press
J. Campbell,(1949), L’eroe dai mille volti, Guanda, Parma 2004
G. Delmonte, Sulle tracce dell’Invisibile, Moretti & Vitali, Bergamo 2006
A. Jodorowski, M. Costa, (2004), La via dei tarocchi, Feltrinelli, Milano 2005
P.L. Lattuada, Biotransenergetica, ITI, Milano 2012

Un film
American Beauty di S. Mendes, USA 1999



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